Arrivata a 1000 giorni operativi su Marte, la missione ha attraversato un antico sistema fluviale raccogliendo preziosi campioni lungo il percorso.

In occasione del suo millesimo giorno marziano sul Pianeta Rosso, il rover Perseverance della NASA ha recentemente completato la sua esplorazione dell’antico delta del fiume che conserva le prove di un antico lago che riempiva il cratere Jezero miliardi di anni fa. Il rover ha raccolto finora un totale di 23 campioni, rivelando così la storia geologica di questa regione di Marte. Un campione chiamato “Lefroy Bay” contiene infatti una grande quantità di silice a grana fine, un materiale noto per preservare antichi fossili sulla Terra. Un altro, “Otis Peak”, contiene una quantità significativa di fosfato, che è spesso associato alla vita come la conosciamo. Entrambi questi campioni sono anche ricchi di carbonato, che può conservare una traccia delle condizioni ambientali da quando si è formata la roccia.

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Le scoperte sono state condivise martedì 12 dicembre alla riunione autunnale dell’American Geophysical Union a San Francisco.

Jezero

Questa immagine del cratere Jezero di Marte è sovrapposta ai dati minerali rilevati dall’orbita. Il colore verde rappresenta i carbonati, minerali che si formano in ambienti acquatici con condizioni che potrebbero essere favorevoli per preservare segni di vita antica. Perseverance sta attualmente esplorando l’area verde al centro. Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS/JHU-APL

Gli scienziati hanno scelto il cratere Jezero come sito di atterraggio perché le immagini orbitali mostravano un delta, una prova evidente che un grande lago un tempo riempiva il cratere. Un lago è un ambiente potenzialmente abitabile e le rocce del delta sono un ottimo ambiente per seppellire segni di vita antica come fossili nella documentazione geologica.

Dopo un’esplorazione approfondita, è stata ricostruita la storia geologica del cratere, tracciandone la fase lacustre e fluviale dall’inizio alla fine. Jezero si è formato dall’impatto di un asteroide quasi 4 miliardi di anni fa. Dopo l’atterraggio di Perseverance nel febbraio 2021, il team della missione ha scoperto che il fondo del cratere è costituito da roccia ignea formata dal magma sotterraneo o dall’attività vulcanica in superficie. Da allora il rover ha trovato arenaria e fango, segnalando l’arrivo del primo fiume nel cratere centinaia di milioni di anni dopo.

Sopra queste rocce ci sono pietre fangose ​​ricche di sale, che segnalano la presenza di un lago poco profondo in fase di evaporazione. Il team ritiene che alla fine il lago sia cresciuto fino a raggiungere un diametro di 35 chilometri e una profondità di 30 metri. Successivamente, l’acqua che scorreva velocemente ha trasportato massi dall’esterno di Jezero, distribuendoli in cima al delta e in altre zone del cratere.

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Campioni allettanti

Simulazione dell’acqua che scorre all’interno del cratere Jezero. Credit: NASA/JPL-Caltech

I campioni raccolti da Perseverance sono grandi quanto un pezzo di gesso usato nelle lavagne delle scuole e sono conservati in speciali tubi metallici come parte della campagna Mars Sample Return, uno sforzo congiunto della NASA e dell’ESA (Agenzia spaziale europea). Portare i tubi sulla Terra consentirebbe agli scienziati di studiare i campioni con potenti apparecchiature di laboratorio troppo grandi per essere portate su Marte.

Per decidere quali campioni raccogliere, Perseverance utilizza prima uno strumento di abrasione per portare via una zona di una potenziale roccia e poi studia la chimica della roccia utilizzando strumenti scientifici di precisione, incluso lo strumento planetario per litochimica a raggi X costruito dal JPL, detto PIXL.

In un obiettivo che il team chiama “Bills Bay”, PIXL ha individuato carbonati – minerali che si formano in ambienti acquosi con condizioni che potrebbero essere favorevoli per preservare le molecole organiche – le molecole organiche si formano attraverso processi sia geologici che biologici. Queste rocce erano anche ricche di silice, un materiale eccellente nel preservare le molecole organiche, comprese quelle legate alla vita.

Gli strumenti di Perseverance sono in grado di rilevare sia strutture microscopiche, simili a fossili, sia cambiamenti chimici che potrebbero essere stati lasciati da antichi microbi, ma non hanno ancora trovato prove per nessuno dei due.

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L’importanza del fosfato

Perseverance
Il selfie realizzato da Perseverance. Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS

In un altro campione esaminato da PIXL, chiamato “Ouzel Falls”, lo strumento ha rilevato la presenza di ferro associato al fosfato. Il fosfato è un componente del DNA e delle membrane cellulari di tutta la vita terrestre conosciuta e fa parte di una molecola che aiuta le cellule a trasportare energia.

Dopo aver valutato i risultati di PIXL su ciascuna di queste zone di abrasione, il team ha inviato comandi al rover per raccogliere campioni di roccia nelle vicinanze: Lefroy Bay è stata raccolta vicino a Bills Bay e Otis Peak a Ouzel Falls. Dove si trovano carbonati e fosfati ci sono tutte le condizioni ideali per trovare segni di vita antica visto che di solito sono indicatori di un ambiente acquoso e abitabile, così come la silice, che è ottima per la conservazione.

Il lavoro di Perseverance è, ovviamente, lungi dall’essere finito. La quarta campagna scientifica in corso della missione esplorerà il margine del cratere Jezero, vicino all’ingresso del canyon dove un tempo un fiume inondava il fondo del cratere. Lungo il margine sono stati individuati ricchi depositi di carbonato che risaltano dalle immagini orbitali.

Fonte: NASA\JPL