Se una persona si perde nel deserto, ha due opzioni: muoversi per cercare aiuto o sperare di essere individuati accendendo un fuoco. Per la ricerca di vita intelligente nell’universo le opzioni sono più o meno le stesse.

Per oltre 70 anni gli astronomi hanno cercato segnali radio provenienti da civiltà tecnologicamente avanzate. La maggior parte degli scienziati crede che la vita esista su molti dei circa 300 milioni di mondi potenzialmente abitabili nella sola Via Lattea. Nessun segnale proveniente da altre civiltà, però, è ancora mai stato rilevato, un mistero che gli astrofili chiamano “Grande Silenzio”. Ma mentre il SETI è stato a lungo il baluardo della scienza tradizionale nella ricerca di vita aliena, il METI (o messaggistica intelligente extraterrestre) è molto meno conosciuto. Ecco di cosa si tratta.

La Via Lattea. Credit: unsplash

Messaggi nello spazio: una scelta giusta?

Nei prossimi mesi due squadre di astronomi invieranno messaggi nello spazio nel tentativo di comunicare con eventuali civiltà extraterrestri che potrebbero essere là fuori ad ascoltare. Questi sforzi sono un po’ come quando si costruisce un grande falò nella speranza che qualcuno lo veda. Alcuni, però, si chiedono se sia saggio fare una cosa del genere.

Dopo quasi mezzo secolo dal famoso messaggio di Arecibo, gli astronomi stanno preparando nuovi tentativi per comunicare con gli alieni. Una delle due squadre utilizzerà un nuovo gigantesco radiotelescopio, il più grande del mondo per la precisione. Sorgerà in Cina nel 2023 e avrà un diametro di ben 500 metri. Trasmetterà una serie di impulsi radio su un’ampia regione di cielo. Questo tipo di impulsi sono come gli 1 e i 0 del codice binario.

Il messaggio che verrà inviato è stato soprannominato “The Bacon in the Galaxy” e comprende numeri primi, la biochimica della vita sulla Terra, la razza umana, la posizione del pianeta e altre informazioni utili a “trovarci” nella nostra galassia.

L’altro tentativo che verrà fatto mira a raggiungere una sola stella, ma potenzialmente la risposta potrebbe arrivare in un tempo più breve. Il prossimo 4 ottobre, infatti, un team della stazione satellitare terrestre di Goonhilly, in Inghilterra, trasmetterà un messaggio verso la stella TRAPPIST-1. Attorno alla stella ci sono sette pianeti, tre dei quali simili alla Terra e nella cosiddetta “zona abitabile”. TRAPPIST-1 è a soli 39 anni luce di distanza, quindi potrebbero essere necessari fino a 78 anni prima che una qualche forma di vita aliena riceva il messaggio e risponda.

Riferimenti: https://theconversation-com.translate.goog/blasting-out-earths-location-with-the-hope-of-reaching-aliens-is-a-controversial-idea-two-teams-of-scientists-are-doing-it-anyway-182036?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc