Prima di poter iniziare a osservare l’universo, uno degli strumenti più sensibili del telescopio spaziale James Webb si deve raffreddare fin quasi allo zero assoluto. Ecco a che punto siamo con la missione.

Il telescopio spaziale James Webb continua a raffreddarsi, mentre si prepara a scattare le sue prime incredibili immagini dell’universo. C’è uno strumento, in particolare, che ha bisogno di un aiuto extra per portare a termine il suo compito entro l’inizio dell’estate. Ecco di che si tratta.

Una rappresentazione del telescopio spaziale James Webb. Credit: Kevin Gill

A che punto siamo con la missione

Nascosto dietro alla Terra e a un gigantesco scudo solare nel punto di Lagrange L2, il telescopio spaziale James Webb si sta raffreddando sempre di più. Va sottolineato che la missione è stata progettata per mantenere specchi e strumentazione a una temperatura costante ed estremamente bassa di -223 gradi Celsius. È importante questa cosa, perché James Webb osserverà l’universo a lunghezze d’onda infrarosse, che portano calore dello spettro elettromagnetico: qualsiasi calore proveniente dal telescopio, quindi, darebbe fastidio ai suoi sensori.

Per il Mid-InfraRed Instrument (MIRI), però, anche quella temperatura non è abbastanza fredda. I sensori dello strumento richiedono una temperatura ancora più bassa, di -266 ° C, appena 7 gradi sopra lo zero assoluto, ovvero la temperatura alla quale il movimento degli atomi si interrompe. Webb ha però un criorefrigeratore che aiuta MIRI a raffreddarsi attraverso la conduzione di un refrigerante in un sistema di tubi. Una volta operativo, MIRI sarà in grado di rilevare la luce delle stelle più lontane dell’universo, ma anche di scrutare attraverso le nubi di polvere all’interno della nostra galassia, la Via Lattea, per vedere come nascono le stelle.

Riferimenti: https://www.space.com/james-webb-space-telescope-instrument-cooling-update