Il telescopio spaziale James Webb potrebbe aver scoperto una galassia che si è formata circa 250 milioni di anni dopo il Big Bang. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

In un recente studio presentato a MNRAS, un team di scienziati ha utilizzato la prima serie di foto del James Webb per fare una sorprendente scoperta. In mezzo alle tante galassie catturate dal telescopio spaziale ce n’è una che si candida a diventare la galassia più lontana mai osservata. I ricercatori l’hanno chiamata CEERS-93316 e si sarebbe formata circa 250 milioni di anni dopo il Big Bang, con un nuovo record di spostamento verso il rosso, z = 16,7.

james webb
Le immagini di CEERS-93316 con i filtri della NIRCam del James Webb Space Telescope. Credit: Donnan et al.

Gli scienziati: “Sorpresi dal risultato”

“È incredibile aver trovato una galassia così lontana già con la prima serie di dati del Webb” ha detto l’autore principale dello studio, Callum Donnan. “Va detto che per essere certi del redshift (lo spostamento verso il rosso), la galassia dovrà essere osservata usando la spettroscopia”. Lo studio, fra l’altro, ha escluso che CEERS-93316 sia una stella o un nucleo galattico attivo. E dal momento che potrebbe avere solo 250 milioni di anni, l’obiettivo dei cosmologi è capire cosa accadde in quei primi milioni di anni dopo il Big Bang.

Per quanto ne sappiamo, dopo il Big Bang l’universo è entrato in un periodo buio, che ha preceduto la nascita delle stelle. Osservare questa galassia ci porta indietro nel tempo, quando cioè si stavano formando le primissime galassie dell’universo. Il fenomeno più distante mai osservato è la radiazione cosmica di fondo, ciò che resta del Big Bang. Quella luce proviene da circa 400mila anni dopo il Big Bang, ed è stata captata da vari strumenti nel corso degli anni, tra cui il satellite Planck. Webb non sarà in grado di vedere così lontano, ma sarà comunque capace di sondare le prime fasi della formazione delle galassie. È affascinante pensare che questo sia solo l’inizio delle osservazioni scientifiche del Webb: chissà cos’altro troverà questo potente strumento nell’universo.

Riferimenti: Universe Today

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