Obiettivo raggiunto grazie allo strumento MOXIE, di cui è dotato Perseverance, che ha convertito l’anidride carbonica in ossigeno. Il primo passo per una futura colonia umana su Marte?

“Perseverance” continua a raccogliere “primati”, su Marte. Dopo essere stato il primo rover a trasportare un drone (e a farlo volare soprattutto) sul pianeta rosso, “Perseverance” è riuscito a convertire in ossigeno parte dell’anidride carbonica che compone la sottile atmosfera del corpo celeste. Il rover ha utilizzato uno strumento sperimentale delle dimensioni di un tostapane (il MOXIE) per estrarre l’ossigeno. Il test ha avuto luogo il 20 aprile, al 60° Sol (giorno marziano) dall’inizio della missione.

L’installazione di MOXIE su “Perseverance”. Credit: NASA

Come si converte l’anidride carbonica in ossigeno

Non c’è dubbio che questa potrebbe essere la prima pietra per una futura colonizzazione di Marte. Non solo si potrebbero aiutare i razzi ad atterrare e a ripartire dal pianeta rosso, ma si potrebbe anche fornire aria respirabile agli astronauti. L’ossigeno, infatti, non è solo ciò che respiriamo, ma anche il propellente per i razzi dipende molto dall’ossigeno e di conseguenza i futuri esploratori di Marte dipenderanno dalla produzione di propellente per il viaggio di ritorno.

L’atmosfera di Marte, tra l’altro, è composta per il 96% da anidride carbonica. In pratica MOXIE separa gli atomi di ossigeno dalle molecole di anidride carbonica, che sono costituite da un atomo di carbonio e due di ossigeno (CO2). Lo scarto, cioè il monossido di carbonio, viene rilasciato nell’atmosfera marziana. Il processo di conversione, però, richiede alti livelli di calore, una temperatura di circa 800 gradi Celsius. Per far fronte a questo problema, l’unità MOXIE è realizzata con materiali resistenti al calore. Questi includono parti in lega di Nichel stampati in 3D, che riscaldano e raffreddano i gas che confluiscono in essa, con l’aiuto di un aerogel leggero che aiuta a trattenere il calore. Il sottile rivestimento dorato che ricopre MOXIE riflette il calore a infrarossi, impedendogli di espandersi verso l’esterno e di conseguenza danneggiare le altri parti di “Perseverance”.

MOXIE di Perseverance
Le diverse componenti di MOXIE. Credit: NASA/JPL-Caltech

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