Plutone è uno dei mondi più piccoli e lontani dal Sole. Fu scoperto nel 1930 dall’astronomo Clyde Tombaugh e fino al 2006 si credeva fosse il nono pianeta del sistema solare.

Con un diametro di 2.376 chilometri e una distanza media dal Sole di 5,9 miliardi di chilometri, Plutone è un piccolo e lontanissimo mondo che fa parte del nostro sistema solare. Scoperto nel 1930 dall’astronomo Clyde Tombaugh, si credeva fosse il nono pianeta del sistema solare fino al 2006, quando venne declassato a pianeta nano. Ecco 5 cose che probabilmente ancora non sapevate su Plutone.

Una delle prime immagini scattate dalla sonda New Horizons durante il sorvolo di Plutone. Credit: NASA

Perché Plutone è stato declassato a pianeta nano

Questa scelta deriva dal fatto che gli astronomi avevano osservato altri oggetti di dimensioni e massa simili a quelle di Plutone, che orbitavano nella fascia di Kuiper. Ci si chiese se fosse giusto che questo corpo celeste fosse definito come un vero e proprio pianeta. A declassarlo definitivamente la scoperta, nel 2005, di un oggetto della fascia di Kuiper che aveva una massa molto più grande di Plutone. L’anno successivo l’Unione Astronomica Internazionale decise fosse giunto il momento di definire cosa fosse un pianeta e usò tre criteri: doveva orbitare attorno al Sole, avere un’attrazione gravitazionale tale da dargli forma sferica e una massa sufficiente a liberare dai detriti il suo percorso orbitale. Il pianeta soddisfaceva i primi due criteri, ma non era abbastanza massiccio. Venne quindi declassato a pianeta nano e il sistema solare si è ridotto così ad otto pianeti.

Come è stato scoperto

La scoperta di questo corpo celeste fu una mezza coincidenza. Anzi, per dirla tutta è stato grazie alle osservazioni di Urano e Nettuno che si riuscì a capire che c’era qualcos’altro ai confini del sistema solare. Quando fu scoperto Urano, nel 1780, gli astronomi rilevarono irregolarità nella sua orbita. Doveva essere l’attrazione gravitazionale di un altro pianeta. Stessa cosa avvenne quando fu scoperto Nettuno, nel 1800. Poi, dopo oltre un secolo di ricerche a vuoto, Clyde Tombaugh scoprì un oggetto oltre l’orbita di Nettuno, che fu presto chiamato Plutone dal dio romano degli inferi.

In realtà un corpo celeste così piccolo non poteva influenzare troppo i giganti gassosi che si trovano nel sistema solare esterno. Nel 1948 l’astronomo Gerard Kuiper calcolò che la massa plutoniana fosse solo un decimo di quella terrestre. Come poi si scoprì, semplicemente gli astronomi non conoscevano la massa effettiva di Nettuno e quando la sonda Voyager 2 lo sorvolò, se ne calcolò la massa e le irregolarità nella sua orbita scomparvero. In altre parole, la scoperta di Plutone era collegata a Nettuno, ma si scoprì che i due pianeti non erano legati in alcun modo dalla gravità. Insomma, la scoperta di Plutone è stata del tutto casuale.

L’orbita di Plutone

Data la sua enorme distanza dal Sole, ci vuole una gran quantità di tempo prima che questo piccolo corpo celeste completi un’orbita. Pensate che impiega 248 anni terrestri per completarla e da quando è stato scoperto, nel 1930, non ne ha ancora completata una intera. Mancano 152 anni prima che concluda il giro attorno al Sole, da quando lo conosciamo.

A proposito della sua orbita, tutti i pianeti orbitano attorno al Sole lungo un disco piatto chiamato eclittica. Tutti hanno orbite circolari rispetto all’eclittica. Tuttavia, l’orbita plutoniana è inclinata di 17 gradi, quindi sembra muoversi in diagonale rispetto a tutti gli altri pianeti.

La geologia di Plutone

Ne abbiamo parlato anche di recente in un altro articolo. Una delle scoperte più interessanti fatte dalla sonda New Horizons durante il sorvolo di questo corpo celeste è stata la conferma della strana attività geologica sulla superficie del pianeta. Essendo molto lontano dal Sole, Plutone avrebbe dovuto perdere la maggior parte del suo calore interno molti miliardi di anni fa. Un po’ come la Luna. In realtà, la NASA ha scoperto che alcune regioni della sua superficie hanno poche decine di milioni di anni, sulle quali sono stati osservati perfino vulcani.

In effetti, la colorazione della sua superficie è una delle più variegate dell’intero sistema solare. Una delle aree più interessanti si chiama Tombaugh Regio, che oltre ad essere a forma di cuore, ospita vaste pianure di ghiaccio d’azoto, enormi ghiacciai d’acqua e un terreno relativamente liscio. New Horizons vi ha trovato, fra le altre cose, prove di flussi glaciali, attività tettonica e, come anticipavamo, vulcanismo.

Le lune di questo piccolo corpo celeste

Caronte la conoscete tutti, ma pochi sanno che Plutone ha ben cinque lune che gli orbitano intorno. Caronte è la più grande, di dimensioni simili a quelle di Plutone. Questa caratteristica ha creato una strana dinamica orbitale fra i due corpi. In pratica il baricentro è al di fuori di Plutone, quindi è come se i due corpi costituissero un doppio sistema di pianeti nani che orbitano l’uno attorno all’altro.

Tra l’altro nel 2015 la sonda New Horizons scoprì prove evidenti di attività vulcanica su Caronte. Il polo nord di questo satellite è soprannominato “Mordor” per il suo colore scuro: questa regione è ricca di molecole organiche, che sorprendentemente sembrano provenire direttamente da Plutone. Il meccanismo è incredibile: quando le temperature aumentano man mano che si avvicina al Sole, composti come il metano passano dallo stato solido a quello gassoso e “sfuggono” alla sottile atmosfera del pianeta nano. In tal modo si trovano sulla traiettoria di Caronte e ricadono nella sua regione settentrionale.

Riferimenti: https://www.worldatlas.com/space/pluto.html